Negli ultimi anni l’impiego della resina per le pavimentazioni industriali è aumentato notevolmente. Grazie a proprietà importanti, tra cui resistenza ed igiene, la resina è subentrata con grande impatto al posto di materiali più tradizionali come il cemento o le piastrelle, di uso comune in passato nella maggior parte degli stabilimenti.
È ormai assodato come i rivestimenti resinosi siano i più congeniali alle pavimentazioni industriali.
Il pavimento in resina si presenta come una vera e propria lastra inalterabile da composti chimici, solventi e soluzioni detergenti per la pulizia e disinfestazione; non assorbono tali sostanze né presentano variazioni di aspetto al contatto con le stesse. Inoltre sono perfettamente impermeabili e rispondono in maniera ottimale alle sollecitazioni meccaniche, ai carichi statici distribuiti e concentrati, al transito dei mezzi pesanti, agli urti e alle scheggiature.
Altrettanto rilevanti sono l’igiene e la facilità di pulizia della resina, qualità che fanno sì che questo materiale sia prediletto soprattutto nelle strutture ospedaliere e nel comparto alimentare, in cui gli standard igienici devono necessariamente rispondere ai requisiti delle leggi in materia. Inoltre, è possibile realizzare pavimenti in resina antiscivolo per garantire standard di sicurezza elevati ai lavoratori, nel rispetto dei valori di resistenza allo scivolamento previsti.
In funzione della destinazione d’uso del pavimento industriale, i rivestimenti in resina si possono classificare in diverse tipologie:
I composti in resina utilizzati nella lavorazione dei pavimenti industriali sono di tipo bicomponente, con base e indurente, da miscelare in un preciso rapporto.
Si tratta di resina epossidica, un polimero termoindurente con reazione a freddo, che non necessita quindi di asciugatura tramite attrezzature specifiche; è la resina più utilizzata per i rivestimenti del settore industriale, ospedali e ambienti sportivi, da quelli a film sottile a quelli con maggiore spessore.
La resina epossidica per pavimenti non emana odori sgradevoli di solventi e può essere applicata trattando direttamente la superficie, senza demolizione del pavimento precedente.
La superficie lavorata con resina bicomponente si presenta come uno strato vetrificato, che acquisisce particolare gradevolezza quando si aggiungono pigmenti di colore in fase di preparazione del composto, ottenendo così una resina della tinta desiderata.
La resina vinilestere si ottiene dalla reazione di esterificazione tra una resina epossidica e un acido mono carbossilico insaturo. Si distingue per l’ottima resistenza ad agenti chimici aggressivi, per cui è molto impiegata nei rivestimenti antiacidi realizzati quando c’è la possibilità che il pavimento industriale entri in contatto con particolari sostanze.
Per eseguire lavori con la resina sui pavimenti industriali è indispensabile l’intervento di professionisti, poiché determinati trattamenti necessitano di esperienza e competenze tali da poter ottenere i risultati sperati. A creazioni in resina di questo tipo si arriva tramite un preciso processo di lavoro, che non si limita all’applicazione del materiale ma prevede diverse fasi, a partire dalla preparazione del pavimento.
La prima cosa da affrontare quando si deve eseguire un rivestimento in resina su un pavimento industriale è studiare il sottofondo. Dedichiamo particolare attenzione a quest’analisi preventiva poiché è alla base di tutti gli step successivi, nonché del rendimento del risultato finale nel tempo. Ogni supporto necessita di essere trattato meccanicamente prima del rivestimento in resina. Durante la fase di studio ci occupiamo proprio di individuare il modo migliore per farlo in base alla superficie che bisogna trattare e alla tipologia di rivestimento che bisogna applicare, per poi procedere al ciclo di lavorazione.
Rimuoviamo lo strato incoerente o inconsistente della superficie per far sì che essa possa essere trattata chimicamente con opportuni primer adatti al tipo di supporto. Questi ultimi hanno la funzione di ancoraggio chimico per il rivestimento in resina, che sia di tipo sottile o a spessore.
I primer, definiti anche promotori di adesione, possono essere bicomponenti o tricomponenti, solitamente di natura epossidica o modificati con indurenti alifatici, diversi per il tipo di supporto. Un aspetto molto importante di alcuni primer è che sono applicabili anche su superfici non perfettamente asciutte o addirittura con risalite di umidità, dove creano una vera e propria “barriera vapore” in fase di esecuzione.
Spesso durante la stesura dei primer è necessario stendere un tessuto in fibra di vetro; lo scopo è evitare che eventuali microlesioni provenienti dal sottofondo si manifestino in superficie. Una volta preparata la superficie sarà possibile procedere alla stesura del rivestimento resinoso.
L’esecuzione del lavoro si esegue nel rispetto delle esigenze dello stabilimento industriale, per esaltarne le caratteristiche di resistenza e fruibilità delle aree di produzione, stoccaggio e transito mezzi. Per quanto sia certo che ogni rivestimento richiede caratteristiche diverse in base all’ambiente, è altresì vero che un pavimento industriale in resina presenta qualità importanti. Le più significative, come detto inizialmente, sono l’alta resistenza, utile per il settore industriale, e la massima igiene e facilità di pulizia, necessarie nelle aziende ospedaliere, alimentari e farmaceutiche.
Puoi vedere le nostre realizzazioni in resina sui pavimenti industriali nella gallery dei lavori BTA.
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